Nel corso del tempo la scrittura cinese (scrittura Han ) ha subito un’evoluzione che l’ha portata a far sì che ogni carattere possa essere scritto in forme diverse.
Questi cambiamenti si sono estesi dalla sua origine fino alla fine della dinastia dei Jin occidentali (xi Jin, 265-316 d.C.), dando vita alle cinque differenti forme di scrittura (shuti/shotai) tuttora praticate.
Nelle epoche seguenti i cambiamenti furono sostanzialmente di carattere stilistico, legati alle diverse interpretazioni creative, personali, dei calligrafi.
Secondo recenti ritrovamenti le origini della scrittura cinese sarebbero testimoniate da incisioni, consistenti in disegni stilizzati (occhi, finestre, numerali, ecc.), su gusci di tartaruga ritrovati in tombe risalenti al 6600-6200 a.C. a Jiahu nella provincia di Henan.
Le prime solide testimonianze di protopittogrammi consistono in disegni stilizzati su frammenti di terracotta, che rappresentano esseri umani, animali, oggetti e elementi naturali, risalenti al periodo neolitico, più precisamente alle culture di Yangshao ( 6000-3000 a.C.)
Quelli che possiamo invece considerare i primi veri caratteri arcaici di scrittura, incisi su frammenti di ceramica, datano dal III millennio e appartengono alla cultura di Longshan . Queste iscrizioni, che nel loro insieme mostrano già l’esistenza di un sistema di scrittura maturo, hanno un seguito in quelle risalenti al periodo delle dinastie Shang ( XVI XI secolo a.C.) e Zhou ( XI sec.- 256 a.C.).
Protopittogrammi (a sinistra) e segni grafici isolati (a destra) rinvenuti a Banpo nello Shaanxi (cultura di Yanhshao, inizio IV millennio a.C.
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Guwen / Kobun (scrittura antica o arcaica)
I primi generi di scrittura (appartenenti alla Zhuanshu / Tensho) diffusi fino all’affermarsi della Dazhuan (vedi sotto) vengono generalmente raggruppati nel genere Guwen sia che si tratti di scritte su metallo, ossa o carapaci.
Jiaguwen / Kōkotsubun (scritte a carattere divinatorio su carapaci e su ossa animali)
Costituita da un grande numero di caratteri incisi su jiaguwen e su bronzi ritrovati in altari, la scrittura delle epoche Shang e Zhou si caratterizza per una moltitudine di varianti locali. Attualmente sono stati rinvenuti più di 100.000 jiaguwen; da essi sono stati catalogati circa 5000 caratteri diversi, la metà dei quali sono stati decifrati e tradotti in caratteri “moderni”. Si può considerare che le strutture fondamentali della scrittura cinese, testimoniate dai jiaguwen, siano giunte a una stabilizzazione formale verso l’epoca dei Regni Combattenti (Zhan Guo 453-256 a. C. ).
Usata per più di un millennio, la scrittura su jiaguwen si caratterizza come poco uniforme; la struttura dei caratteri e le loro proporzioni non sono strettamente definite; un carattere può presentarsi secondo diverse varianti. In un unico testo si possono trovare caratteri di dimensioni diverse in disposizioni e allineamenti irregolari. I tratti che compongono i caratteri sono lineari e di spessore uniforme. Molte scritte risultano essere state tracciate a pennello prima di venire incise e in seguito riempite con colore rosso.
Tra le varie tipologie di caratteri, i pittogrammi mantengono una forma che li rende molto evocativi e allusivi rispetto all’oggetto che rappresentano, in sintesi dall’aspetto particolarmente espressivo.
I testi, caratterizzati da una certa ripetitività, sono di diversa lunghezza e concernono prevalentemente pratiche divinatorie, ma anche riti o registrazioni di avvenimenti.
Trascrizione di una scritta divinatoria su osso animale
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Jiaguwen su carapace di tartaruga
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Jinwen / Kinbun (scritte su metallo)
Sempre risalenti alle epoche Shang e Zhou (diffuse tra XIV-VIII sec. a.C.) sono state rinvenute numerose scritte su bronzi usati a scopo rituale, in particolare vasi e campane.
Per gran parte appartenente al genere Guwen, la scrittura Jinwen, soprattutto agli inizi mantiene molte caratteristiche della Jiaguwen ma gradualmente subisce un’evoluzione che la porta ad essere più arrotondata e di struttura più compatta, avvicinandola alla Dazhuan.
Le ultime manifestazioni di scrittura su bronzo, contraddistinte da un maggior ordine e allineamento dei caratteri, sono tracciate nel genere Dazhuan.
Iscrizione su un recipiente di tipo “ding” (epoca Zhou Occidentali, XI secolo)
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Dazhuan/Daiten (Zhuan maggiore)
Documentata da numerose scritte su metallo, ma anche da scritte in lacca su tavolette di giada, iscrizioni su seta, ceramica, tavolette di bambù e sigilli. È la più antica incisa su pietra (epoca dei Regni Combattenti). I caratteri sono scritti in modo piuttosto complesso, mantenendo una serie di varianti stilistiche locali. Nelle sue forme più tarde diventa più uniforme, con caratteri più semplici e di facile lettura.
In seguito alla riforma della scrittura, e l’adozione del Zhuan minore (vedi sotto), per motivi di classificazione si raggruppano in essa anche tutte le scritture precedenti.
La distinzione tra Zhuan maggiore e Zhuan minore avvenne sotto gli Han quando si trattò di definire la scrittura ufficiale messa a punto sotto l’Imperatore Qin Shihuangdi che aveva ordinato al proprio Primo Ministro Li Si (?-208 a.C.) la riorganizzazione e l’unificazione della scrittura.
Esempio moderno di caratteri usati nella scrittura Dazhuan
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Calco di una iscrizione da un recipiente di bronzo “ding”
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Xiaozhuan / Shōten (Zhuan minore)
Frutto di un’evoluzione del Zhuan maggiore, avvenuta nel periodo precedente il regno Qin (221-206 a.C.), il Zhuan minore assunse una forma definitiva sotto il regno di Wang Zheng dei Qin, il futuro Shihuangdi che si attribuì il titolo di imperatore dopo aver unificato la Cina. Nell’ambito della riforma politica e amministrativa che impose al paese per favorire lo sviluppo della cultura e facilitare i compiti amministrativi, Shihuangdi ordinò al proprio Primo Ministro Li Si di standardizzare e unificare la scrittura. Da quest’opera derivarono la nascita ufficiale del Zhuan minore e il decreto d’abbandono delle varietà di scrittura Zhuan maggiore fino ad allora in uso.
La nuova scrittura unificata risultò meno complessa e di più agevole esecuzione e per la prima volta nella storia della scrittura cinese i caratteri vennero tracciati in uno spazio regolare (rettangolo verticale) indipendentemente dal numero di tratti da cui erano composti. Questo la caratterizza come la prima forma di scrittura veramente regolare.
Esistono diversi stili di scrittura Zhuan minore, caratteristici delle scuole succedutesi nel tempo, fino al suo abbandono come forma di scrittura comune. Ciò avvenne all’epoca della dinastia Han , quando venne sostituita da altre forme di scrittura, rimanendo riservata ad occasioni particolarmente solenni. Il suo uso in seguito rimase legato quasi esclusivamente all’ambito calligrafico e in epoca Tang venne studiato e ne vennero elaborati nuovi stili (in particolare va ricordato quello di Li Yangbing , attivo VIII sec.) che servirono da modello a numerosi calligrafi dei secoli seguenti.
Le cinque forme
–› scrittura Zhuan (o scrittura sigillare) (Zhuanshu/Tensho)
–› scrittura degli scrivani (o dei funzionari) (Lishu/Reisho)
–› scrittura corrente (o semicorsiva) (Xingshu/Gyōsho)
–› scrittura corsiva (Caoshu/Sōsho)
–› scrittura normale (Kaishu/Kaisho)
Testi di Bruno Riva
Sommario
Le forme della scrittura:
Antichi maestri:
- Gli antichi maestri e lo studio dalle opere
- Wang Xizhi e la “Prefazione al Padiglione delle orchidee”
- Yan Zhenqing
- I calligrafi zen
- Ōtagaki Rengetsu
Hannya shingyō: il Sutra del cuore