Lishu / Reisho
(scrittura degli scrivani, o dei funzionari)
Il termine “li”, secondo varie interpretazioni, deriverebbe da “appoggiarsi a” e da “dipendere da” (“subalterno”) ed entrò in uso per designare la forma di scrittura che venne usata in epoca Qin (221-206 a.C.) dai funzionari (o scrivani), in funzione subalterna, nella redazione della grande quantità di documenti di governo, in sostituzione del Zhuan minore diventato ben presto poco adatto.
Deng Shiru, “Album dei Quattro Stili”, dinastia Qing, inchiostro su carta.
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Il Lishu deriva dal Zhuan minore nell’epoca dei Regni Combattenti e si caratterizza dalle proprie origini come una forma di scrittura popolare, finalizzata alla redazione di documenti non ufficiali. In un primo tempo si affiancò, con questa funzione, all’uso del Xiaozhuan impiegato per testi di carattere ufficiale. La sua diffusione avvenne soprattutto in seguito alla seconda riforma della scrittura attuata dal primo imperatore Qin, che ne sollecitò l’impiego.
Secondo la tradizione, la paternità del Lishu sarebbe da attribuire a Cheng Miao , un funzionario condannato a dieci anni di prigione per aver offeso l’imperatore, che durante la reclusione avrebbe riorganizzato e semplificato la scrittura Dazhuan dando vita a una nuova forma di scrittura. La sua opera venne apprezzata dall’imperatore, che lo fece liberare e lo nominò censore imperiale. Pur essendo appurato che la nascita del Lishu non possa essere attribuita ad un solo individuo, la figura di Cheng Miao conserva un posto d’onore nella storia della calligrafia.
La prima testimonianza di Lishu a noi pervenuta sono le scritte sulle oltre 1100 sottili lamine di bambù rinvenute nel 1975 a Shuihudi nel distretto di Yunmeng della provincia di Hubei, risalenti all’epoca Qin.
Queste scritte, tracciate ad inchiostro, mostrano la loro evoluzione dal Xiaozhuan del quale mantengono diverse caratteristiche e non sono ancora dotate di tutti gli elementi stilistici e formali che contraddistinguono il Lishu maturo. Per distinguerle da esso, vengono incluse nel genere stilistico definito Qinli, la scrittura degli scrivani dei Qin.
Lo sviluppo del Lishu fu di fondamentale importanza per lo sviluppo dell’arte calligrafica e durante la dinastia Han (206 a.C.-220 d.C.) fu la forma di scrittura correntemente usata. In quest’epoca se ne svilupparono diverse varianti stilistiche, testimoniate da numerose opere scritte su lamine di bambù o legno, ma soprattutto incise nella pietra, diretta conseguenza della diffusa consuetudine di erigere steli ricoperte di testi commemorativi.
“Stele Liqi sulla tomba di Confucio”, dinastia Han, calco.
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Tra le principali caratteristiche del Lishu vi sono:
– la scrittura regolare dei caratteri in un immaginario rettangolo orizzontale,
– il differenziato spessore dei tratti, accentuato nelle entrate e nelle uscite del pennello,
– la riduzione dei tratti curvi, sostituiti da tratti rettilinei e spezzati ad angolo,
– la semplificazione della composizione dei caratteri.
Dopo aver definito la propria forma classica, dopo la caduta della dinastia degli Han orientali (Dong Han, 25-220 d.C..) la forma Lishu iniziò a indebolirsi e nei secoli seguenti non diede più vita a opere di particolare rilievo. Solo dopo diversi secoli, in epoca Qing (1616-1911). venne nuovamente studiata e praticata con rilevante interesse, subendo un ulteriore perfezionamento.
Tavolette di legno dagli scavi di Juyan. Dinastia Han.
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Sommario
Introduzione allo Shodō:
Shodō: la via della scrittura
La pratica
Gli strumenti
– La carta
Sigillografia
Le forme della scrittura:
Le origini
Zhuanshu/Tensho
Lishu/Reisho
Xingshu/Gyōsho
Caoshu/Sōsho
Kaishu/Kaisho
Testi di Bruno Riva