Nella pittura (e nella calligrafia) vi sono leggi.
Nella mia pittura non vi sono leggi.
Il Buddha dice: «La Suprema Legge della Legge
è che la Legge non esiste».
Sengai
Nell’ideare questa pagina, che presenta un gruppo di autori lontani nel tempo — partendo dal monaco cinese Zhang Jizhi, (Chō Sokushi, 1186-1266) l’ultimo calligrafo importante dell’epoca Song — abbiamo avuto l’intenzione di raccogliere anche esempi calligrafici di un passato più recente, come il secolo scorso, nonché di guardare a cosa si produce oggi in Estremo Oriente e in Occidente. E si è subito affacciata, scomoda e stimolante insieme, la necessità di definire di cosa parliamo, veramente, quando in una lingua occidentale diciamo: calligrafia zen. Zensho 選書 è la definizione creata dalla critica contemporanea per etichettare opere calligrafiche che esprimono in senso molto ampio la filosofia zen. Tutt’altra cosa dunque da bokuseki 墨跡 (o 墨蹟) — tracce d’inchiostro — termine che definisce invece le opere prodotte dai monaci zen nei monasteri, conservando nel nome quell’idea di traccia che lega l’artista ai suoi predecessori nel rispetto dell’importanza che lo Zen attribuisce alla trasmissione diretta maestro-allievo. Come a dire insomma che un singolo carattere calligrafato partecipa e esprime lo spirito del suo autore, ma allo stesso tempo ne traccia all’indietro il lignaggio fino a Bodhidharma il fondatore e, ancora più oltre, a Sakyamuni stesso. Ma, assodato che debba sicuramente chiamarsi calligrafia zen quella calligrafia eseguita dai monaci appartenenti alla Scuola, come ci si deve comportare di fronte all’opera di uomini che, pur profondamente e indubitabilmente versati nello Zen, non si dimostrino dotati del talento e della competenza tecnica necessari per comunicare l’esperienza in termini artistici? E il lavoro di illustri monaci che appartengono a altra scuola buddhista, non possono proprio andare sotto la definizione di bokuseki, che pure sembrerebbe applicabile a chiunque riesca nell’intento, magari con straordinaria perizia tecnica, di esprimere attraverso l’opera il livello di illuminazione raggiunta? Come espressioni individuali dell’esperienza, che seguono modalità e principi che possono essere considerati tangenti allo Zen, come dichiarazioni di una visione del mondo e insieme del tentativo di coglierne il senso ovvero di contemplarlo, oppure come strumenti didattici, i lavori dei calligrafi secolari non sono forse, a loro volta prodotti estetici e manifestazioni di principi universali che potremmo includere in questa nostra pagina? Come potremmo inoltre escludere le calligrafie che trattano i temi caratteristici del pensiero zen quali “mushotoku”, “mushin” o estratti dell’Hannya, realizzate da personalità ricollegabili prevalentemente ad altri indirizzi religiosi o filosofici?
Zhang Jizhi 1186-1266
(Chō Sokushi) 張即之
Zhang Jizhi Excerpt from Song of Leyou Park.pdf
Ultimo grande calligrafo del periodo Song meridionali (1127-1279), veniva da una famiglia di alti ufficiali ed eruditi della provincia di Anhui. Funzionario del servizio civile e poi magistrato, fu molto ammirato anche nella Cina settentrionale e in Giappone, dove trovava i suoi maggiori estimatori tra i monaci zen. Eccelleva in kaisho e gyōsho, in particolare gyōkai. Trascrisse alcuni sutra buddhisti e molte poesie di Du Fu, 712-770. Il suo stile è caratterizzato da tratti liberamente decisi e altri sinuosi, legati in maniera fluida, con entrate nette e uscite che si collegano delicatamente, in contrasto con altre uscite brusche e decise, soprattutto nei tratti verticali. Uno stile poco ortodosso, quello di Zhang Jizhi, certamente più apprezzato dai giapponesi che dai suoi contemporanei cinesi, più legati alle tradizioni calligrafiche.
Lan Qi Daolong 1213-1278
(Rankei Dōryū) 蘭溪道隆
Lan Qi Daolong Letter of thanks.pdf
Originario del Sichuan, se per sfuggire ai conquistatori mongoli o per diffondere le dottrine Chan non è del tutto chiaro, comunque Lan Qi Daolong, il più influente tra i monaci cinesi Lin-Chi arrivati in Giappone, una volta a Kyōto venne subito invitato dal reggente Hōjō Tokiyori a Kamakura, quartier generale del governo militare, e nel 1248 fu nominato abate di Jōraku-ji. Contribuì in maniera determinante alla crescita delle istituzioni zen giapponesi, tuttavia quando la minaccia mongola mise in allarme il governo, Rankei Dōryū, sospettato di essere un agente nemico e accusato di tradimento dal focoso predicatore Nichiren, subì l’esilio. Soltanto alla fine dei suoi giorni riuscì a tornare a Kamakura dove venne nominato abate di Jufuku-ji e Kenchō-ji. Fu il primo monaco zen a essere onorato con un titolo postumo, Daikaku Zenji.
Ta-hsin Cheng-nien 1215-1289
(Daikyū Shōnen) 大休正念
Ta-hsin Cheng-nien Retirement Hut.pdf
Contemporaneo di Lan Qi Daolong, arrivò in Giappone un quarto di secolo più tardi e fu subito invitato dagli Hōjō a Kamakura dove divenne abate di alcuni tra i templi più importanti. Si ritirò dalla vita e dai doveri monastici nello Zōroku-an, in cima a una montagna, per dedicarsi allo studio e alla calligrafia. È particolarmente interessante il suo stile di scrittura in gyōkai. Ebbe molti seguaci e diede il suo nome a una scuola zen chiamata Daikyū-ha. Nel quattordicesimo secolo lo Zōroku-an venne trasferito nel vicino Engaku-ji rivitalizzato da un gruppo di monaci giunti da Kyōto, tra i quali il celebre Gidō Shūshin.
Musō Soseki 1275-1351
夢窓疎石
Musō Soseki Poem on the Theme of Snow.pdf
Dapprima seguace delle dottrine buddhiste tendai e shingon, dopo aver studiato con Yishan Yining, maestro chan cinese stabilitosi in Giappone, si dedicò alla pratica dello Zen. Ammirato e rispettato dalle figure più autorevoli della sua epoca, compresi l’imperatore Go Daigo (1288-1339) e Ashikaga Takauji (1305-1358), godette di un grande prestigio ed esercitò un’influenza politica enorme. Fondò una quindicina di templi e in tarda età venne nominato abate di Shōkoku-ji a Kyōto. Fu uno dei primi giapponesi a padroneggiare le forme culturali dei Song senza essere mai stato in Cina e benché dotato di una mente speculativa, incline a filosofare e a una vita ritirata, intrattenne rapporti molto stretti sia con la corte imperiale sia con il governo militare, e giocò un ruolo fondamentale nel far ottenere alle istituzioni zen il sostegno dello stato. Oltre che calligrafo fu poeta e paesaggista. Era nato nella provincia di Ise da una famiglia che sosteneva di discendere dall’imperatore Uda.
Kokan Shiren 1278-1346
虎関師錬
Kokan Shiren Poem about sugar.pdf
Nato a Kyōto, ricevette i primi insegnamenti zen nella città natale e in seguito si trasferì a Kamakura a studiare con il famoso Yishan Yining, Issan Ichinei in giapponese (1247-1317). Ricevette l’iniziazione nelle scuole tendai e shingon e soltanto a quarantanove anni si dichiarò formalmente allievo del maestro zen Tōzan Tanshō. Divenne una figura importante per il suo tempo e scrisse una storia molto accurata del buddhismo giapponese. Fu per tutta la vita un grande ammiratore di Huang T’ing-chien (1045-1105), una delle più importanti personalità della Cina sotto i Song settentrionali.
Sesson Yūbai 1290-1346
雪村友梅
Sesson Yūbai My Thatched Hut.pdf
Monaco zen di scuola rinzai, studiò prima con Yishan Yining, poi visse in Cina per oltre vent’anni. Uomo di grande cultura, apprezzato per i suoi detti e le sue poesie, nella calligrafia dimostra una conoscenza davvero approfondita dei modelli cinesi e sembra particolarmente influenzato dal letterato e calligrafo dell’epoca Yuan Zhao Mengfu (1254-1322) che ne apprezzava a sua volta il lavoro.
Zekkai Chūshin 1336-1405
絶海中津
Zekkai Chūshin There Is No One in the Mountain.pdf
Entrò nel tempio Tenryūji di Kyōto all’età di tredici anni poi passò a studiare con Musō Soseki e a trent’anni circa si trasferì in Cina. Al suo ritorno in Giappone si dedicò all’eremitaggio, nonostante l’opposizione dello shōgun Ashikaga Yoshimitsu (1358-1409) e solo in tarda età tornò a Kyōto come abate di Tōji-ji e di Shōkoku-ji. Calligrafo dalle straordinarie qualità, fu autore anche di antologie poetiche.
Gyokuen Bonpō ca.1348- dopo il 1420
玉畹梵芳
Gyokuen Bonpō Orchids, Bamboo and Brambles.pdf
Riconosciuto come uno degli artisti più dotati della comunità Gozan, Bonpō ha tuttavia una biografia con molti punti oscuri. Amico e allievo di Gidō, esprime in modo particolarmente chiaro la tensione tra gli obiettivi spirituali dello zen (rinzai) espressi dall’attività artistica e i legami politici con cui lo stato vincolava i monasteri. Fu autore di calligrafie e dipinti di orchidee di grande eleganza. Sue iscrizioni calligrafiche compaiono sui dipinti di altri artisti.
Shunpo Sōki 1416-1496
春浦宗熈
Shunpo Sōki Preface and Poem in Chinese.pdf
Monaco zen (rinzai) fu il quarantesimo abate del Daitoku-ji, artefice della sua ricostruzione dopo le devastazioni causate dalla guerra Ōnin (1467-77).
Gukyoku Reisai ca.1369-1452
愚極礼才
Gukyoku Reisai Excerpt from Buddhist Maxim
Calligrafo e pittore noto anche come Fūgetsu shujin, Maestro del vento e della luna, Reisai apparteneva al lignaggio di Enni Ben’en (1202-1280), visse al Kenchō-ji di Kamakura e al Tōfuku-ji dove fu allievo di Minchō fondatore del Tōfuku-ji di Kyōto.
Ikkyū Sōjun 1394-1481
一休宗純
Ikkyū Sōjun Statement of Faith.pdf
Eccentrico per definizione in molti aspetti della sua complessa esistenza, divenne una figura leggendaria della letteratura popolare, e anche la sua calligrafia è considerata dai critici quella più radicalmente espressiva della sua epoca. Sosteneva di essere figlio dell’imperatore Go-Komatsu e di una donna di rango inferiore, e all’età di sei anni era già in un monastero, a dedicarsi allo studio dei classici cinesi e delle dottrine rinzai. Per un certo periodo della vita lasciò i monasteri per sposarsi e avere un figlio, e le sue poesie di quel periodo testimoniano un comportamento decisamente poco convenzionale. Nel 1440 tuttavia venne invitato a diventare l’abate di un sottotempio del Daitoku-ji, ma a causa dei rapporti difficili con Yōso Sōi, abate dell’intero monastero, lasciò l’incarico con una poesia diretta al suo antagonista:
Dieci giorni appena che sono abate
E già ho i piedi stretti in lacci rossi.
Se un giorno mi vorrai trovare
Vienimi a cercare dal pescivendolo, in taverna, o al bordello.
Nel 1452 si trasferì nell’Eremo dell’Asino Cieco, costruito appositamente per lui da un ricco signore di Kyōto, dove visse fino al 1467, quando durante la guerra Ōnin che lasciò Kyōto in uno stato di rovina e abbandono non furono bruciati anche il Daitoku-ji e l’eremo. All’età di 81 anni si dedicò alla supervisione della ricostruzione del grande tempio e nell’81, mentre sedeva in meditazione, morì.
Sakugen Shūryō 1501-1579
策彦周良
Sakugen Shūryō Account of the Three Springs of Jiangsu.pdf
Religioso del Tenryū-ji, uno degli ultimi rappresentanti della tradizione cosmopolita del rinzai, viaggiò a lungo in Cina, dal 1538 al 1541 e dal 1545 al 1550, venendo in contatto con i letterati Ming. Le cronache dei suoi viaggi sono giunte fino a noi.
Takuan Sōhō 1573-1645
沢庵 宗彭
Takuan Sōhō Poem for the New Year.pdf
La nascita del regime militare Tokugawa seguita al crollo del governo Ashikaga portò significative trasformazioni nella comunità zen, costretta a doversi sottomettere al controllo dell’autorità militare, che nel 1627 annullò gli incarichi distribuiti dall’imperatore agli alti ranghi monastici, provocando una serie di veementi proteste. Takuan Sōhō, uno dei capi di questa protesta, (Shie Jiken) fu monaco attivo in molti campi culturali nella migliore tradizione rinzai. Su richiesta dello Shōgun Tokugawa Iemitsu fondò nel 1638 il Tōkai-ji a Shinagawa. Calligrafo raffinato dal tratto delicato e fortemente influenzato dalle scuole aristocratiche dell’epoca, fu uno dei primi esponenti dello stile pittorico diretto che oggi viene chiamato zenga. Fu anche poeta e maestro della cerimonia del tè.
Ōbaku no sanpitsu
黄檗三筆
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Muan Xingtao
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Chifei Jui
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Ingen (Yinyuan/Lin Longqi) 隠元隆琦
Sokuhi Nyoitsu (Chifei Jui) 即非如一
Mokuan Shōtō (Muan Xingtao) 木庵性瑫
A metà del diciassettesimo secolo arrivò in Giappone un’ondata di monaci rinzai, come rifugiati o missionari. Ma in Cina la scuola zen Rinzai aveva accolto con grande sincretismo forti influssi delle scuole Esoteriche e della Terra Pura. Un’apertura che non incontrò il favore dell’ortodossia rinzai giapponese e portò alla costituzione, con il sostegno del regime Tokugawa, della scuola Ōbaku, grazie all’opera del monaco cinese Ingen Ryūki (Lin Longqi, 1592-1673) che nel 1661 fondò il Manpuku-ji a Kyōto (Uji). Ingen importò tra l’altro in Giappone stile calligrafico e architettura dell’epoca Ming. Ōbaku no sanpitsu, i Tre pennelli dell’Ōbaku, è il nome con cui divennero noti in Giappone i tre monaci calligrafi Yinyuan (Ingen), Mokuan (1611-1684) e Sokuhi (1616-1671).
Seigan Sōi 1588-1661
清巌宗渭
Seigan Sōi Excerpt from Hell.pdf
Conosciuto anche come Jishōshi e Korō, fu un calligrafo fortemente influenzato dallo stile dei Song meridionali. Fondò alcuni templi e finì per diventare abate del Tōkai-ji di Shinagawa, Edo, nel 1649, dopo la morte di Takuan Sōhō.
Hakuin Ekaku 1685-1768
白隠慧鶴
Hakuin Ekaku
Posthumous Name of Prince Shōtoku.pdf
Considerato il più grande maestro Rinzai, dedicò la vita a eliminare dalla scuola ogni influenza di dottrine buddhiste diverse e a tenerla lontana da pericolosi coinvolgimenti con la politica. Si oppose con grande energia alla Ōbaku e chiese un ritorno alle discipline rigorose e all’ascetismo del Chan d’epoca Tang. Scelse di abbandonare le città e i monasteri popolosi per dedicarsi a una vita itinerante di insegnamento e pratica. Ha lasciato una grande quantità di calligrafie e dipinti di straordinaria potenza espressiva.
Jiun Onkō 1718-1804
慈雲飲光
Figlio di un samurai di Osaka e noto studioso e di un’eccellente calligrafa, fondò una scuola buddhista detta Shōbōritsu (Disciplina delle Tre Dottrine), che unisce le dottrine esoteriche shingon alla disciplina monastica Ritsu e a pratiche meditative zen. Erudito in sanscrito nonché abile pittore, pur avendo esplorato tutte le forme di scrittura, sembra aver sempre preferito uno stile forte e declamatorio.
Sengai Gibon 1750-1837
仙厓義梵
Uno tra i più celebri esponenti della scuola Rinzai, Sengai trascorse quasi quarant’anni della sua vita nel più antico tempio zen del Giappone, lo Shōfuku-ji di Hakata, nel Kyūshū. Nato in un’umile famiglia nella provincia di Mino, cominciò l’addestramento monastico all’età di undici anni, passò nel tempio di Tōki-ji, dove si risvegliò l’interesse per la pittura e la calligrafa, poi diede inizio al periodo di vagabondaggio di tempio in tempio alla ricerca del suo maestro. Secondo molti critici alle sue calligrafie manca l’intensità emotiva di quelle di Hakuin, ma nei suoi kana e nel suo corsivo la caratteristica fluidità ha una semplicità espressiva molto toccante.
Ryōkan Taigu 1758-1831
良寛大愚
Ryōkan Taigu Poem about a Crazy Monk.pdf
Figlio di un prete shintoista nonché autore di haiku di grande talento, Ryōkan studiò sia la letteratura giapponese sia i classici cinesi ed entrò in un tempio Sōtō all’età di diciotto anni. A un decennio di pratiche spirituali con il suo maestro nella provincia di Bitchū (attuale prefettura di Okayama) per Ryōkan seguì un lungo periodo di vagabondaggi. Ma intorno ai quarant’anni tornò a vivere a Echigo in piccoli santuari buddhisti e shintoisti. Fu uno dei più importanti monaci-letterati a portare la tradizione zen nell’era industriale. Nelle sue opere calligrafiche, come in quelle poetiche, si mescolano le tradizioni cinese e giapponese e il suo corsivo sembra basarsi sul cosiddetto corsivo folle dell’eccentrico calligrafo cinese Huai-su.
Immagini tratte da:
“The written image – Japanese calligraphy and painting from Burnet and Burto collection”. Metropolitan Museum of Art
“Masters of Japanese Calligraphy 8th-19th Century” Yoshiaki Shimizu – John M. Rosenfield. The Asia Society Gallery Japan House Gallery